L’orgoglio di fare impresa

Immagine: Luomochefa

Porte aperte in azienda.  Il falegname è l’uomo che fa, e per dimostrarlo 12 aziende hanno aperto le loro porte al pubblico. L’evento di fine ottobre è stato una bella opportunità che ha permesso alle realtà artigianali dell’ASFMS Ticino di farsi meglio conoscere.

Entrare in una falegnameria è entrare in un mondo che conserva la sua natura artigianale con quel tanto di tecnologia che permette di dare nuova linfa ad una produzione altamente di qualità. Piccole aziende per dimensione ma innovative per impianti di fabbricazione e per professionalità. Aprire le porte della propria azienda è un avvenimento privilegiato per raccontare una storia imprenditoriale, spesso di famiglia, per far conoscere il sistema Paese attraverso la realtà e le trasformazioni delle imprese di casa nostra: Baccialegno di Sementina, Bugada di Muzzano, Dilegno di Giornico, Bosio di San Vittore, Scascighini di Gordola, Lurati & Frei di Ascona, Oliva di Motto Blenio, Pirmin Murer di Mendrisio, Podium Swiss di Cadenazzo, Scerpella di Giubiasco, Shadlou di Bedano, Thoma di Ascona.

Una giornata speciale

Clienti, architetti, partner commerciali e numerose famiglie sono stati guidati nei luoghi di produzione: un viaggio al centro della filiera legno, dal bosco al prodotto finito in falegnameria; un viaggio alla scoperta della «cucina design made in Ticino» o del corno delle Alpi che nelle mani degli apprendisti diventa strumento per imparare l’accuratezza dei dettagli.

I bambini sono stati coinvolti in laboratori e in giochi realizzati in legno indigeno, e per tutti tanto divertimento, degustazioni di prodotti del terroir, vino e birre anch’essi locali, e la foto ricordo con tanto di cornice dell’uomo che fa.

Un’esperienza riuscita

Per il bilancio finale lasciamo la parola al presidente Renato Scerpella. «Sono stati in molti a passare un sabato visitando le ‹falegnamerie aperte›. È stata un’esperienza unica per comprendere meglio il mondo dell’artigiano, per farci conoscere sul territorio in cui operiamo. Non c’è pubblicità che tenga, l’unico modo è aprire le porte dei nostri stabilimenti e far incontrare le persone che ci lavorano ogni giorno, mostrare cosa facciamo e come produciamo. Capire insomma il significato del ‹fare impresa› oggi. Ed è anche questa una forma di orgoglio per il nostro lavoro.»

Una visita scolastica

La giornata delle porte aperte ha richiamato anche i media. La domanda che le è stata posta è come sta il settore dell’artigianato. «Ho risposto che è un settore che zoppica, che soffre sempre e ancora per la concorrenza estera. La Lia era stata voluta per garantire una sana concorrenza ma sappiamo come è andata a finire. Stiamo adesso discutendo per una Lia nazionale, nella Svizzera orientale c’è chi ci crede e sarebbe una bella cosa. Richiede evidentemente del tempo per cui al momento dobbiamo continuare a lavorare sui nostri punti di forza: quali- tà e professionalità. Come associazione ci mettiamo del nostro per valorizzare l’immagine dell’uomo che fa. L’obiettivo delle ‹Porte aperte in falegnameria› era di avvicinare nuovi clienti e portare i giovanissimi a scoprire uno dei mestieri più belli. Il prossimo passo sarà aprire le porte in novembre alle scuole elementari sperando di avere lo stesso successo.»

CA

Veröffentlichung: 07. November 2019 / Ausgabe 45/2019

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