Cosa dicono dell’Eco

La natura vive con il legno che la rispetta e la sostiene. Immagine: Fotolia, Shutterwolf

Eco materiali.  A seconda del termine valgono direttive diverse. Pertanto per produttori, rivenditori e falegnami non è sempre facile consigliare i clienti. Abbiamo quindi posto la questione agli esperti della sostenibilità ecologica.

In molti capitolati d’offerta appare il termine Eco e spesso i falegnami hanno un’idea poco chiara su questi prodotti, specialmente per alcune parti del fabbricato. Il concetto si basa sulle basse emissioni dei materiali rispetto all’ambiente; ma ancora non esistono regole comuni e tanto meno certificazioni unificate.

Un questionario di 32 domande ha interessato molti falegnami, fabbricanti d’arredo e rivenditori e gli interessati lo possono trovare anche ondine. Ecco di seguito le domande che hanno dato le risposte più sorprendenti o con tendenze chiare.

Posizionamento e investimento

La maggioranza delle imprese ha attestato un alto interesse nei prodotti ecologici: i falegnami sono ben consapevoli e li usano adeguatamente, e le ditte dell’arredo li trovano innovativi; un’opportunità di distinguersi dai materiali di massa e dalla concorrenza. Al momento, gli investimenti e lo sviluppo è ancora ridotto in quanto molti materiali li offre già il commercio specializzato. Elaborare certificati propri è troppo oneroso e potrebbe addirittura portare un’impresa alla paralisi. Secondo l’inchiesta, i clienti sono sensibilizzati e li accettano. Il settore del legno deve quindi approfittare della tendenza e alcune ditte già l’utilizzano nelle campagne pubblicitarie.

Gli Eco non certificati

Sorprendente l’opinione di molti che giudicano i materiali non certificati senza alcuna possibilità di mercato. Le alternative rispetto al prezzo sono molte, «la questione è soprattutto ideologica: tutti noi abbiamo una responsabilità verso l’ambiente e le nuove generazioni», afferma Mauro Capozzo, CEO della Kronospan AG.

La sensibilizzazione richiede tempo e una comunicazione efficace, come ha dimostrato la campagna «CH80» che promuoveva l’uso dell’80 % di materie prime svizzere e il relativo valore aggiunto. Una gran parte delle imprese hanno avuto esperienze pratiche non coerenti, ad esempio con strutture non certificate rivestite da materiali certificati, o con denominazioni errate. Qui i produttori e i commercianti devono essere più trasparenti e leali verso il consumatore finale, al fine di offrire quanto esattamente viene richiesto e pagato. L’80 % degli interrogati danno un parere negativo sulla credibilità dei materiali ecologici. A causa di esperienze brutte ed eseguite male, diventate di dominio pubblico, si sollecita ora un marchio Eco. La brochure «Kronoswiss Eco-Linie» è un buon esempio riguardo alla qualità dell’aria negli ambienti.

Su questo punto, i falegnami non vedono un grande problema, in quanto i rivenditori propongono i loro assortimenti di prodotti Eco. «Nel 2006 abbiamo introdotto la figura della farfalla quale simbolo di qualità», dice Silvia Furlan, capo di marketing di Kuratle & Jaecker AG, e assicura la comparabilità. La molteplicità dei marchi induce a credere che il marketing la fa da padrone. «Facciamo da tramite tra prodotto e artigiano, perciò verifichiamo se corrisponde alla domanda», afferma Silvia Furlan, e questo con uno standard sempre più esigente.

Libertà e valore per il cliente

La scelta d’assortimento è pari ai materiali non certificati Eco e lascia completa libertà sia al progettista sia al committente, che brinda alla conversione verso l’ecologia. Se la comunicazione farà allargare il mercato, grazie alle convinzioni dei cittadini svizzeri, i prezzi si adatteranno, come già avviene con i prodotti alimentari Bio.

www.kronospan.com

cca

Veröffentlichung: 18. Juni 2015 / Ausgabe 25/2015

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