Costruire il futuro della Svizzera

Mauro Dell’Ambrogio.  È il ticinese che occupa il massimo ruolo in campo federale. Segretario di Stato per la formazione, la ricerca e l’innovazione, è il funzionario che più di altri si dedica al futuro del nostro paese.

Mauro Dell’Ambrogio è stato recentemente in Ticino per parlare di formazione e di innovazione. Il suo lavoro consiste nell’investire impegno, energie e risorse per costruire la Svizzera di domani, una Svizzera che se a livello economico è molto competitiva, dal profilo delle istituzioni – e dell’Ambrogio ci mette anche la scuola – è estremamente conservatrice: «Una fortuna per il nostro paese.»

Il motivo? «Qualche decennio fa in Europa era consenso unanime che tutti dovessero andare a scuola fino a 19 anni e poi conseguire un titolo universitario. In modo molto conservativo la Svizzera ha invece mantenuto una formazione professionale che affonda le radici nel medioevo. Oggi tutti – dagli Stati Uniti alle nazioni a noi vicini – ci guardano come un modello per qualcosa che non abbiamo innovato ma conservato.» Preparare il futuro significa per Dell’Ambrogio «evitare di fare sbagli».

Lo stesso vale per l’innovazione, una parola oggi tanto di moda. «Quando mi chiedono perché la Svizzera è la numero uno al mondo per competitività, rispondo perché non abbiamo una politica dell’innovazione. La competitività della Confederazione è data da molte politiche che creano un quadro generale nel quale essere innovativi: la politica della formazione e della ricerca scientifica sicuramente, ma anche le politiche delle infrastrutture, tributaria e ambientale, la bassa regolazione del mercato del lavoro, la qualità di vita che si offre agli imprenditori, l’affidabilità dell’amministrazione, la bassa burocrazia.

La tendenza nei paesi a noi vicini è quella di iniettare miliardi per promuovere l’innovazione, ma così facendo si proteggono le imprese, che non sono stimolate a trasformarsi per essere competitive, e si distrugge la concorrenza perché la preoccupazione non è come innovarsi ma come ricevere l’aiuto statale.» Per Dell’Ambrogio insomma l’innovazione deve funzionare «senza che lo Stato ci metta il naso». Ma c’è un modo per giudicare la politica svizzera nella formazione e nella ricerca rispetto agli altri paesi europei? «Il fatto che potrei firmare tutti i giorni accordi internazionali per copiare il modello della nostra formazione professionale, che non è esportabile perché è l’espressione di un clima culturale, di una situazione anche contingente, di una diversità regionale», ha risposto Dell’Ambrogio. Un modello che permette di essere presidente della maggiore banca elvetica o consigliere federale senza aver fatto il liceo semplicemente perché «offriamo un’alternativa e diamo dignità ai diversi percorsi formativi professionali».

Parità di trattamento

In Svizzera c’è un principio costituzionale non scritto, che vale fin dai primordi dello Stato federale, in cui la formazione di base è pagata dalla mano pubblica mentre la formazione continua è a carico degli individui e delle aziende. Fino a una generazione fa era ovvio che per il medico la formazione di base durava fino al dottorato mentre per il falegname fino alla fine dell’apprendistato. Oggi la situazione è però mutata. L’attestato federale di capacità non è un fine ma l’inizio di un percorso formativo. «Il principio di apprendimento dura tutta una vita per cui non ha più senso la distinzione tra formazione di base e continua» ha osservato Dell’Ambrogio, secondo il quale bisognerà trovare una soluzione per una questione di parità di trattamento. E c’è un altro problema: in Svizzera c’è molto personale qualificato che non lavora. Un esempio? 3000 donne sono abilitate alla medicina ma sono inattive per ragioni diverse come il fatto che gli ospedali non accettano i tempi parziali. «Uno spreco colossale» per Dell’Ambrogio. «Vogliamo limitare l’immigrazione ma avere sufficientemente forze di lavoro qualificate, chiediamoci se ha senso offrire formazioni costose a chi poi non lavora.» Un’altra domanda per la politica.

CA

Veröffentlichung: 06. November 2014 / Ausgabe 45/2014

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