Nel secondo trimestre del 2015 il settore delle costruzioni ticinese seguita, come nei periodi precedenti, a emanare segnali di scarsa vivacità. Il raffreddamento congiunturale coinvolge perlopiù l’edilizia principale (edilizia e genio civile) a fronte di un dinamismo, seppure tenue, delle aziende attive nell’edilizia accessoria. Ne parliamo con Gian-Luca Lardi, presidente della Società svizzera impresari costruttori (SSIC).
- SchreinerZeitung: Da presidente nazionale della SSIC, quali sono le sue previsioni per il settore della costruzione nei prossimi anni e nel 2016 in particolare?
- Gian-Luca Lardi: I segnali sull’evoluzione futura del settore della costruzione ci indicano un consolidamento dei volumi, ma comunque ad un livello ancora buono. Le prime cifre del 2015 ci mostrano una contrazione fra il 5 e il 10 % rispetto ai volumi del 2014. Di principio questo non è una sorpresa; ce l’aspettavamo dopo l’anno scorso che è stato da record. Adesso sarà importante fare molta attenzione a non porre troppi ostacoli a un mercato già in fase di rallentamento, questo sia dal profilo politico, come con la legge sulle abitazioni secondarie, sia dal profilo finanziario, ad esempio con ulteriori restrizioni al credito decise dalla Finma o con la politica dei tassi di interesse da parte della Banca Nazionale.
- Cosa significa per lei costruire con successo e che ruolo rivestono le case in legno?
- Se in futuro vogliamo conciliare la necessità di un ulteriore volume delle costruzioni con la mancanza di superfici edificabili dobbiamo per forza andare nella direzione di una densificazione degli insediamenti: in due parole dobbiamo costruire in altezza e sfruttare al meglio i terreni già edificati. Questo in tanti casi vorrà dire demolire l’esistente per edificare qualcosa di nuovo. Se guardo alla costruzione in legno va riconosciuto che è molto vantaggiosa dal punto di vista energetico, un aspetto cui oggi – giustamente – si è molto più sensibili. Dal profilo tecnico invece c’e ancora qualche limite perché in effetti, le strutture in legno tendono ad essere ancora molto voluminose e questo potrebbe andare in contrasto con l’esigenza di sfruttare al meglio lo spazio. Personalmente poi, dando un giudizio più dal profilo estetico, le costruzioni in legno mi piacciono perché si inseriscono molto bene nel nostro contesto territoriale.
- Per contrastare la concorrenza estera come valuta l’idea di un «swiss made» per i lavori dei falegnami?
- La ritengo una buona idea, sempre che «swiss made» vada di pari passo con una qualità impeccabile: personalmente vedo bene queste certificazioni non tanto come un’indicazione di origine, ma piuttosto come una garanzia di qualità. La Svizzera ha saputo costruire su questo principio gran parte del suo successo. Inoltre per contrastare la concorrenza è importante riuscire a garantire che la durata di vita di una costruzione in legno equivalga alle altre tipologie di costruzione.
- Lei è candidato al Consiglio nazionale, se eletto quale sarà il suo impegno per il settore dell’artigianato dell’edilizia ticinese?
Il mio slogan è molto semplice: «Per un economia in favore del Ticino», che significa impegnarsi per fare in modo che le nostre imprese possano continuare a garantire dei posti di lavoro dignitosi, in particolare a beneficio della manodopera locale. Questo va fatto in primo luogo garantendo pari condizioni per tutti nel nostro mercato del lavoro e combattendo gli abusi che oggi sono presenti. Quale presidente della So-cietà Svizzera degli Impresari Costruttori sono spesso a Berna per discutere con i politici e i funzionari dell’amministrazione. Durante questi incontri mi rendo conto che molti fra di loro vivono lontani dalla realtà quotidiana dei cantieri, dal vero mondo del lavoro e dalle difficoltà delle piccole e medie imprese. Vorrei portare queste esperienze a Berna anche quale membro del Parlamento, e penso che ce ne sia veramente bisogno.
CA
Veröffentlichung: 24. September 2015 / Ausgabe 39/2015