Ergonomia sul lavoro

Exo-01 di Hilti, un esoscheletro passivo pensato per i lavori fisicamente impegnativi eseguiti sopra il livello della testa. Immagine: Hilti

Esoscheletri.  Si indossano come zaini, trasferiscono il peso delle braccia sollevate ai fianchi utilizzando la tecnologia di trazione meccanica, fornendo un notevole sollievo ai muscoli e alle articolazioni ed evitando l’insorgenza di patologie muscoloscheletriche.

La torsione della colonna vertebrale sotto carico, il piegarsi in avanti con la schiena curva, il lavoro in piedi, le sequenze di movimenti ripetitive, il lavoro sopra l’altezza delle spalle o la permanenza prolungata in determinate posture lasciano alla lunga il segno. Oggi esistono dispositivi innovativi studiati per chi lavora nell’industria della costruzione e sui cantieri, come i falegnami, che aiutano ad alleviare la tensione dell’apparato muscoloscheletrico durante una specifica attività. Soluzioni ergonomiche come l’esoscheletro, letteralmente scheletro esterno, che si applicano sul corpo per sostenere la muscolatura e la tenuta delle ossa, soprattutto in caso di forti sollecitazioni.

Tra zaino e robot

Il gruppo Volkswagen di Wolfsburg, l’Università sportiva tedesca di Colonia e l’azienda di protesi Ottobock hanno condotto un progetto di ricerca che ha portato all’esoscheletro «Paexo»: funziona grazie a un principio biomeccanico, lo stesso degli zaini da trekking. Il peso viene scaricato dalle spalle e trasferito sulle anche – e non attraverso la schiena – grazie alla struttura portante dell’esoscheletro. L’energia viene immagazzinata in fase di piegamento e viene rilasciata quando ci si rialza. Ne esistono di due tipi: modelli passivi e modelli attivi.

La gamma Paexo

Gli esoscheletri passivi, come i modelli Paexo Back (scarico fino a 25 chili per la schiena) e Paexo Shoulder (per attività faticose, in particolare sopra la testa), sostengono le singole parti del corpo in determinate posture e movimenti in modo meccanico, ad esempio attraverso l’interazione di molle o elastici. Non richiedono alcuna fornitura di energia, pesano solo 1,9 chilogrammi e sono facili da maneggiare.

Gli esoscheletri attivi sono azionati elettricamente da una batteria o da un’alimentazione diretta o pneumaticamente da aria compressa. Le varianti medio-complesse supportano il movimento delle singole regioni del corpo, come la schiena, quando si sollevano oggetti pesanti.

Esoscheletro Exo-01

Dalla collaborazione tra Hilti e Ottobock Paexo nasce l’esoscheletro Exo-01 semplice da maneggiare e da indossare: si infila la struttura sulle spalle, si fissano le cinghie alle fibbie, si assicurano le braccia al dispositivo di presa, e si allentano le cinture per una maggiore comodità. Il peso delle braccia viene così trasferito ai fianchi tramite i supporti dell’avambraccio utilizzando la tecnologia di trazione meccanica del cavo; studi hanno dimostrato che permette di ridurre il carico di picco sui muscoli e di alleviare le spalle fino al 47 %.

Motivo frequente di inabilità al lavoro

Gli esoscheletri sono sistemi ergonomici studiati per alleviare proprio il lavoro nella zona delle spalle e della schiena. Il sollevamento e il trasporto di carichi pesanti o il lavoro pesante sopraelevato portano infatti a malattie dell’apparato muscoloscheletrico e sono la causa più comune dell’incapacità lavorativa in Svizzera con costi significativi per le aziende e i sistemi sanitari poiché sono malattie che comportano trattamenti estensivi o costosi versamenti di rendite. Le statistiche mostrano che la categoria dei falegnami ne è seriamente toccata. E se la Suva segue molto da vicino lo sviluppo degli esoscheletri, l’invito è di rispettare senza eccezioni le «Dieci regoli vitali per i costruttori in legno», il vademecum per prevenire molti degli incidenti sul lavoro.

www.paexo.comwww.hilti.chwww.suva.ch

Vania Castelli

Veröffentlichung: 01. April 2021 / Ausgabe 14/2021

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