Vedere il mobile prendere forma e maturare le competenze necessarie per essere un bravo falegname sono gli elementi forti dell’esperimento che ha portato gli apprendisti del terzo anno a progettare e a realizzare un bancone funzionale e accogliente, il nuovo biglietto da visita della mediateca del Centro professionale tecnico di Bellinzona. All’origine del progetto c’è Dario Giacometti, docente Spai e membro di comitato dell’ASFMS Ticino e Mesolcina.
- SCHREINERZEITUNG. L’idea di mettere «in opera» gli apprendisti non è nuova, a testimoniarlo gli arredi per il centro ARCA e per l’aula 036 della SPAI. Ora questo nuovo progetto, come è nato?
- DARIO GIACOMETTI. L’occasione si è presentata con la necessità di ampliare la mediateca, trasformando l’ufficio della bibliotecaria in un locale di studio, il che ha richiesto una nuova postazione di lavoro per lei. Lo scambio di opinioni ha portato all’idea di realizzare un bancone di ricezione all’ingresso della mediateca e la proposta di farlo costruire dai nostri apprendisti è risultata la conseguenza più naturale. Ho avuto la grande fortuna di avere subito l'appoggio del comitato ASFMS e della direzione del Centro professionale tecnico. Il nuovo mobile sarà visibile da tutte le persone che interagiscono con la mediateca, studenti, docenti e utenti esterni.
- Come è stato sviluppato il processo di progettazione?
- L’intera fase teorica è stata affrontata dalle due classi di terza. Questo approccio ha permesso ai ragazzi di capire nel concreto cosa avviene prima della produzione in fabbrica, dove si esegue un lavoro già pianificato. Abbiamo esplorato i passaggi fondamentali, dall’analisi delle esigenze e delle richieste alla definizione del progetto, trattando aspetti come la volumetria, la gestione degli spazi, l’ergonomia. Per rendere la postazione di lavoro confortevole e funzionale, abbiamo addirittura preso le misure della bibliotecaria, compito affidato a una ragazza. Successivamente, gli apprendisti sono stati divisi in gruppi, ognuno dei quali ha sviluppato una propria visione progettuale. Sono emerse diverse idee interessanti e valide, anche se non tutte soddisfacevano completamente le funzioni richieste. Abbiamo alla fine deciso di privilegiare quelle più innovative e funzionali confluite in un progetto condiviso e ben strutturato.
- Dal concetto alla fase esecutiva...
- Definito il progetto, siamo passati ai dise-gni dettagliati per la produzione, incluso tutte le specifiche tecniche, le linee di assemblaggio, le norme da rispettare, la scelta dei materiali (legno di rovere e laminato bianco) e le finiture. E poi si è dato avvio alla fase di costruzione al centro Arca di Gordola. Dagli istruttori Ronnie Tunzi e Stefano Pellegrini abbiamo ricevuto un sostegno e un entusiasmo fondamentale che ci hanno motivato molto. Vorrei approfittarne per esprimere un sincero ringraziamento.
- Qual è la percezione degli apprendisti al progetto?
- Il progetto è stato presentato in maggio all’assemblea dei falegnami, in particolare ho voluto mostrare una foto di tre apprendisti. Al momento dello scatto non ho chiesto loro di sorridere ma di condividere le loro sensazioni: «Siete fieri del lavoro fatto?» E in tutta risposta la loro espressione indicava un’emozione di piena soddisfazione. Il sorriso grande e luminoso di questi tre ragazzi testimonia il valore del loro impegno e il successo del progetto nel far emergere il loro senso di appagamento e di fiducia in sé stessi. Come docenti di scuola professionale e istruttori di corsi interaziendali, proviamo la stessa soddisfazione quando vediamo che le nozioni teoriche e pratiche vengono acquisite. E se riusciamo a trasmettere anche la passione per il mestiere, allora vuole dire che abbiamo fatto veramente centro!
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Vania Castelli
Veröffentlichung: 28. August 2025 / Ausgabe 35/2025