Formare apprendisti, un impegno di tutti

Aldo Bugada: «Dobbiamo impegnarci tutti per formare falegnami preparati, ne va della nostra professione.» Immagine: VSSM, Patrik Ettlin

Grigliata per «esperti».  Per una sera i periti d’esame hanno potuto trascorrere momenti di spensierata allegria in compagnia dei colleghi, dei loro familiari e dei membri di comitato con il presidente Francesco Lurati.

L’ASFMS Ticino ha detto grazie ai suoi periti d’esame con la tradizionale festa allo Stand di tiro di Contone. Una quarantina gli ospiti che hanno gustato la grigliata preparata da Stefano Pellegrini aiutato quest’anno da Roberto Ferrari e Stefano Schäublin. Alla serata non poteva mancare Aldo Bugada, responsabile della divisione «esami», al quale abbiamo posto alcune domande sui risultati conseguiti dagli apprendisti del terzo e del quarto anno.

SchreinerZeitung: Ci può anticipare l’esito e quindi l’impegno degli apprendisti agli esami ...
Aldo Bugada: Gli esami del terzo sono andati molto male con un 50 % di bocciati: su 31 apprendisti sono 16 i promossi ma la nota più alta è 4,7. Sapevamo che era una classe abbastanza difficile, che avevano dei problemi, non pensavamo però che ne avessero così tanti. È un risultato negativo, peggiore di quello dello scorso anno; le cause sono molteplici ma messe assieme fanno una strage. Anche per gli stessi esperti è mortificante correggere solo note insufficienti o appena sufficienti. Con un risultato così non si può salvare nessuno, né i ragazzi né i datori di lavoro, e nemmeno i docenti e i genitori. Per il futuro vedremo di cambiare il tiro, di informare maggiormente i ragazzi e i loro datori sull’importanza degli esami, ma anche i genitori; dobbiamo impegnarci tutti per questi ragazzi, ne va della nostra professione.
Cosa devono aspettarsi gli apprendisti del terzo, e quale l’esito degli esami del quarto?
In queste settimane i ragazzi che non hanno superato l’esame del terzo dovranno decidere se rifare l’anno, abbandonare oppure passare al biennale. Possono anche iniziare il quarto, consapevoli tuttavia che avranno un anno notevolmente carico. Non è facile, lo dimostra l’esito degli esami del quarto. I LIP sono andati bene, deve essere così perché è un lavoro per il cliente. Che preoccupa è la scuola, il 90 % di insufficienze e una media generale di 3,7. La conseguenza sono medie di diploma attorno al 4 e 4,5, nessuno ha ottenuto un 5 per cui anche quest’anno non avremo la premiazione dei migliori. Ci siamo incontrati con i docenti per capire cosa non va, e altre riunioni seguiranno. Come detto dobbiamo rimboccarci tutti le maniche.
Perché è diventato più impegnativo formare?
Sono veramente pochi quelli che escono preparati dalla scuola media e hanno vo-glia di fare l’apprendistato. Chi ha note basse o insufficienti nelle materie come matematica non ha le basi per il calcolo, e anche in italiano sono carenti. Evidentemente diventa più impegnativo lavorare con ragazzi che partono già da un grandino sotto. È brutto da dire ma il livello si sta abbassando. Non mi sembra nemmeno giusto sostituirci alla scuola dell’obbligo, o agli orientatori che sembrano non avere idea di cosa significa oggi fare il falegname, una professione che non si è fermata allo scalpello e alla piala, ma usa macchine che hanno bisogno di gente preparata. Un apprendista deve avere le basi che gli permettono poi di continuare a sviluppare le sue conoscenze.
Come si sta muovendo l’associazione?
Come associazione abbiamo messo a disposizione dei docenti nuovi strumenti – dopo il classificatore di conoscenze professionali, adesso arriverà quello di calcolo – e abbiamo fissato dei paletti alla fine del primo anno. I corsi interaziendali sono stati arricchiti con progetti d’arredo che permettono ai ragazzi di imparare molto perché sono loro stessi a costruire i mobili della loro aula. È un bellissimo progetto, dietro al quale c’è anche il DECS e naturalmente docenti e istruttori. L’associazione non ha mai fatto mancare il dovuto sostegno ai propri apprendisti, lo stesso incoraggiamento deve adesso arrivare dai datori ma anche dai genitori. Nessuno si può tirare indietro, altrimenti fra 20 anni non avremo più chi ci sostituisce alla guida delle nostre aziende.

CA

Veröffentlichung: 23. Juli 2015 / Ausgabe 30-31/2015

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