Formare, l’impegno dei periti

I periti d’esame dell’ASFMS Ticino e Moesano alla serata organizzata dal comitato quale ringraziamento per l’impegno a favore degli apprendisti. Immagine: Vania Castelli

Una cena d’«esperti».  Una splendida serata per una splendida iniziativa. E non poteva essere altrimenti per una cena diventata ormai tradizione per i periti d’esame dell’ASFMS Ticino e Moesano, che abbinano questo impegno alla normale attività di falegname.

Annullata lo scorso anno per le restrizioni imposte dalla pandemia, la serata con cena dei periti d’esame è stata una bella occasione per ritrovarsi finalmente tutti assieme e trascorrere momenti d’amicizia tra colleghi, accompagnati da mogli e figli, e i membri di comitato. L’invito è stato accolto da quasi tutti gli esperti, ai quali il presidente Renato Scerpella ha rivolto il grazie dell’associazione: «Formare apprendisti è l’impegno che ci siamo assunti tutti noi per continuare a far crescere la grande e bella famiglia dei falegnami. Gli esami rappresentano sì il coronamento di anni di apprendimento ma soprattutto l’entrata nel mondo del lavoro: forza nuova per la professione e per la nostra associazione perché l’essere associato ha molti vantaggi.» Alla serata non poteva mancare Aldo Bugada, responsabile della divisione «esami».

Schreinerzeitung: Ci può anticipare l’esito e quindi l’impegno degli apprendisti agli esami ...
Aldo Bugada: Gli esami del terzo, sostenuti da 29 apprendisti, sono andati come negli anni pre-pandemia con un 30 % di bocciati; migliori invece le note per i 23 apprendisti del quarto che hanno concluso con medie leggermente più alte. In dicembre ci saranno gli esami per gli apprendisti del quarto che hanno dovuto posticiparli per la via della pandemia e che concluderanno pertanto il tirocinio nel 2022. Avremo modo di festeggiare i neo falegnami in occasione della cerimonia di premiazione del 25 settembre.
L’associazione può contare su una quarantina di esperti, sei dei quali sono nuovi: come vengono scelti?
Il lavoro del perito d’esame è un indicatore importante della responsabilità del «falegname, l’uomo che fa» nel promuovere una formazione di qualità. Allo zoccolo duro del gruppo affianchiamo sempre quelli nuovi che reclutiamo attraverso il passa parola: a chi è in post formazione chiediamo se sono interessati ad essere periti negli esami scritti, agli specialisti della produzione per gli esercizi pratici. Essere perito significa seguire i corsi organizzati dall’Istituto universitario federale per la formazione professionale, ma anche quelli peculiari alla falegnameria promossi dall’associazione. Siamo un bel team, e il fatto che alla serata si siano presentati numerosi è la conferma di quanto siano legati al nostro bel mestiere.
La professione attira sempre più giovani donne, quattro le ragazze al primo anno, eppure gli stereotipi resistono ...
È una gran bella cosa, e lo dico anche come datore di lavoro. Per la nostra azienda è stata un’iniezione di valore come lo è per la scuola, dove la componente femminile costituisce una risorsa che va riconosciuta. I datori che hanno assunto giovani donne lo sanno. Non ci deve essere discriminazione alcuna, e su questo stiamo lavorando. Siamo coscienti che l’ambiente di lavoro è prevalentemente maschile, ma con le macchine e le strutture attuali un team di lavoro misto può essere vincente.
La campagna di collocamento si sta svolgendo nell’incertezza: vale anche per i falegnami?
In effetti sta andando a rilento, pochi quelli che si sono finora annunciati. Da noi si è presentato un solo ragazzo mentre lo scorso anno erano una ventina. La Divisione della formazione è comunque fiduciosa, speriamo quindi di poter riuscire anche quest’anno a costituire due classi. E forse porterà i suoi frutti anche la visita di un’orientatrice nell’azienda del presidente che ha potuto toccare con mano come la professione sappia evolvere e offrire molto a livello di post formazione, oggi si possono conseguire una ventina di master contro i cinque di solo qualche anno fa.

Vania Castelli

Veröffentlichung: 29. Juli 2021 / Ausgabe 31-32/2021

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