Il modo in cui vivremo

È l’anno del Classic Blue, una tonalità che infonde calma e fiducia ... più che indovinata in un mondo pandemico. Immagine: Andreas Brinkmann

Ripensare l’abitare.  In un mondo pandemico o post-pandemico, dove le distanze sono improvvisamente diventate un valore, architetti e designer sono chiamati a ripensare e rimodulare l’idea dell’abitare, tenendo in considerazione le necessità sociali delle persone.

L’IMM Colonia avrebbe dovuto inaugurare l’anno fieristico 2020 del design, poi è arrivato il coronavirus a cancellare tutti i più importanti eventi. La fiera tedesca è stata una delle poche a poter proporre le novità in tema di arredamento. Il legno si è riconfermato come materiale preferito da designer e produttori, da modellare, piegare, scolpire per creare nuovi affascinanti oggetti. Onnipresenti noce e quercia, ma le essenze più leggere saranno probabilmente più richieste in futuro per l’effetto carezzevole che emanano. La tecnologia nell’arredamento è ormai di casa, e il colore continua a influenzare il nostro modo di vivere e di vedere le cose: i toni si fanno soft e rilassanti, non troppo impegnativi, anche se il colore dell’anno (secondo il Pantone color Institute) è il Classic Blue con codice 19-4052, solido e profondo per infondere calma e fiducia quasi ad anticipare la pandemia come l’altro elemento forte del sistema arredo, la libreria che da piatta si apre per trasformarsi in un mobile per la segreteria, un posto di lavoro ... temporaneo fattosi però stabile per molti di noi.

L’ambiente casa

Il modo di abitare e di pensare è radicalmente cambiato in un arco temporale di poche settimane. E anche se mobili, oggetti, luce e colore resteranno sempre gli elementi fondamentali da considerare per arredare un interno, il mutato panorama richiederà una rimodulazione degli spazi con una razionalità diversa che oltre a favorire la convivialità, tenga conto anche delle esigenze di lavoro e di benessere. La casa ha ritrovato una nuova centralità, trovandosi a dover rispondere a una miriade di funzioni per cui si fa strada l’idea di un’abitazione aperta, flessibile e modulabile a seconda dell’uso richiesto: la camera da letto che in certi orari diventa ufficio o scuola a distanza, i soggiorni in palestre, terrazze e balconi in luoghi d’incontro. Un tema cruciale sarà anche l’utilizzo di materiali innovativi a basso impatto ambientale.

L’ambiente ufficio

Anche il mondo del lavoro non sarà più lo stesso: gli spazi dovranno adattarsi all’uomo. Non più affollati open space ma stanze ricche di divisori manovrabili e trasformabili che si possono chiudere e aprire facilmente, a seconda dell’isolamento richiesto. E scrivanie ben distanziate. Le porte con maniglia saranno sostitute da porte automatiche per evitare i contatti, e si ipotizza l’assistenza vocale per gli ascensori così da non dover premere i pulsanti. Negli Stati Uniti si sta testando un nuovo concetto di design chiamato «Six feet office»: percorsi a senso unico all’interno dell’ufficio per mantenere le persone a una distanza di un metro e 80 centimetri. E poi si farà affidamento su tessuti e materiali con proprietà antimicrobiche, sistemi di ventilazione amplificati e persino l’aggiunta di luci UV per una sanificazione profonda durante la notte.

I preziosi paraventi

Ad apparire improvvisamente preziosi sono anche i paraventi ripresi dalla moda europea degli anni ’20 e reinterpretati dai designers grazie alla loro versatilità e capacità di modificare lo spazio di una stanza e nello stesso tempo arredare in casa come in ufficio. Il paravento è un arredo vero e proprio, utilizzato come parete mobile e la bellezza sta proprio nel fatto di non essere una struttura fissa ma modificabile in base alle esigenze. D’altronde se ci pensiamo bene proprio negli spazi di lavoro troviamo quei progetti che abbinano la funzione di schermo separatore a quella di fono-assorbenza. Il problema dell’isolamento acustico negli uffici precede indubbiamente la tematica delle «distanze sociali», che appaiono oggi indubbiamente interconnessi.

CA

Veröffentlichung: 02. Juli 2020 / Ausgabe 27-28/2020

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