Sapere, da promuovere e garantire

Dal workshop è emersa l’importanza dell’ispet-tore di tirocinio: nella foto Ronnie Tunzi con allievi delle Medie durante le Porte aperte al centro Arca. Immagine: Vania Castelli

Formazione in azienda.  Nella forma di workshop il Centro di formazione professionale SSIC di Gordola ha voluto porre l’attenzione sul formatore in azienda, prendendo spunto da studi recenti sul fenomeno dello scioglimento dei contratti di tirocinio.

Oltre a poter toccare con mano le diverse professioni del settore della costruzione, a premiare i migliori apprendisti nell’ambito di Ticino Skills e della consegna degli attestati professionali, l’evento di ottobre delle Porte aperte ha voluto portare l’attenzione sul fenomeno dello scioglimento dei contratti di tirocinio, dedicando un pomeriggio di studio alle aziende, per sentire anche la loro voce.

In una prima parte sono stati presentati due studi promossi dalla Divisione della formazione professionale e dalla Società svizzera degli impresari costruttori; entrambi hanno conseguito risultati molto simili. Nella seconda parte del workshop i partecipanti, una ventina, hanno lavorato in gruppi, portando le loro esperienze e le loro riflessioni conclusive.

Importante il ruolo del formatore

Scogliere il contratto di tirocinio è raramente una decisione spontanea, ma è frutto di un lungo processo che coinvolge principalmente la cerchia familiare e gli amici. Le ragioni possono essere diverse, ma molto spesso si assommano. Le motivazioni preponderanti sono connesse al lavoro in azienda: ripetitivo, monotono, semplici mansioni, scarsa attenzione del formatore e del datore, e ancora conflitti, incomprensioni con il formatore, il datore, i colleghi.

Gli studi hanno in sostanza mostrato che la gerarchia della soddisfazione professionale non coincide con quella scolastica, la cui dimensione ha un impatto minore sullo scioglimento contrattuale. Inoltre, la soddisfazione è alta quando la scelta professionale è precoce, libera e desiderata; bassa quando è di opportunità, tardiva e frettolosa o ancora di esclusione.

Proteggono dallo scioglimento il sapere professionale assimilato, la fiducia e il riconoscimento del formatore, una buona integrazione nel team aziendale, la scelta di un mestiere corrispondente ai propri desideri, le buone conoscenze in entrata di apprendistato. La conclusione a cui giunge lo studio della DFP è che negare «l’accesso al sapere della professione crea aggressività, che si rovescia poi sul formatore, generando una situazione di conflitto»; quella della SSIC è che i giovani quando iniziano un apprendistato si aspettano di trovare un buon ambiente di lavoro che si qualifica per la fiducia e per una cultura del dialogo piuttosto che da norme chiare e rigide. Conclusioni simili come gli obiettivi che mirano a migliorare un sistema formativo ancora poco conosciuto, ma anche a sensibilizzare formatori e datori di lavoro sull’importanza che il loro ruolo riveste.

Reazione delle aziende

Scopo del workshop era di aggiungere la percezione aziendale ai risultati forniti dai due studi che si sono concentrati sugli apprendisti. Presente al seminario, il presidente Francesco Lurati ha portato la sua esperienza personale (in 37 anni attività ha formato una trentina di apprendisti, e si è trovato a gestire un solo scioglimento contrattuale) e quella dell’associazione che si sta adoperando per motivare i propri apprendisti con iniziative che mirano a trasmettere l’importanza del «fare» e a valorizzare il lavoro di gruppo. Lurati ha rilevato come «da queste statistiche chi esce meglio è l’apprendista stesso, non la scuola o i corsi interaziendali. Se il ragazzo ha voglia di fare, è disciplinato e rispettoso, impara bene la professione.»

Rispetto è una delle parole che sono ricorse spesso nella discussione a gruppi, così come l’importanza di ridare valore e senso di responsabilità alle scelte contrattuali. In questa logica è giusto farsi carico dei disagi evidenziati dagli studi, perfezionando la rete informativa tra le associazioni e i partner attivi nella formazione, investendo nella figura dell’ispettore di tirocinio, migliorando stage e test attitudinali ... Ma anche gli apprendisti e le famiglie devono dare il loro contributo, così come gli orientatori professionali che si sono confrontati con le associazioni in un secondo workshop organizzato in occasione delle Porte aperte. Obiettivi di qualità insomma per dare un futuro alle professioni.

CA

Veröffentlichung: 29. Oktober 2015 / Ausgabe 44/2015

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