Scudi antiscasso

Solide coperture antieffrazione proteggono l’intera serratura e il cilindro. Bild: Mega Gossau AG

Sicurezza.  Per evitare le effrazioni, la protezione va individuata anche nei componenti più deboli. Ogni elemento ha un ruolo molto importante, in particolare i cilindri e le bocchette non perforabili assumono molteplici funzioni essenziali.

Armature di sicurezza o di protezione sono parti integranti di una porta antieffrazione. Molti si dotano di porte blindate con serrature di sicurezza, frequentemente con blocco di sicurezza multiplo e fasce protettive, spesso però possiedono solo semplici bocchette o rosette.

Così facendo, la serratura e il cilindro restano completamente non protetti. Gli spessori del materiale dei set standard sono solitamente di circa 2 mm. Tali guarnizioni possono essere facilmente piegate e rimosse con un semplice cacciavite, anche quelli in acciaio cromato. In questo modo un ladro raggiunge molto facilmente il cilindro per scassinarlo, estrarlo o scardinarlo.

Classificazione dei componenti

Queste copri serrature rendono difficile il lavoro degli scassinatori. La normativa SN EN 1906 differenzia queste componenti costruttive in quattro classi di protezione antifurto (Schutzklassen – SK), da quelle deboli a quelle estremamente difficili da scassinare.

In Germania viene usata un’altra classificazione antifurto (Einbruchschutz – ES) secondo la normativa tedesca DIN 18257. Bisogna prestare attenzione alle differenti numerazioni. Infatti la classificazione svizzera (SK) parte dal numero 1 mentre quella tedesca (ES) dal numero 0. Per questo motivo vengono spesso specificate entrambe, però quella che fa stato in Svizzera è la classificazione SK.

Un ulteriore punto importante è non confondere la denominazione SK con la classificazione Resistance Class (RC). SK si riferisce solo alle mascherine, mentre le classi RC indicano la qualità antieffrazione di un elemento costruttivo intero, come per esempio una porta (telaio incluso). Le normative stabiliscono però che una porta RC-3 deve essere dotata anche di componenti di sicurezza SK-3 testati. Questo ha il vantaggio che in un esame RC di un intero elemento la serratura non deve più essere testata.

Scalpello contro serratura

Le serrature devono essere realizzate in acciaio temprato per resistere ai tentativi di trapanatura – nella classe di protezione SK 2 e SK 3 nella zona attorno al profilo del cilindro e nella classe SK 4 l’intera serratura. A seconda del produttore, ci sono pure coperture fatte di altri materiali come alluminio o ottone. Le guarnizioni di protezione devono essere anche a prova d’impatto. In laboratorio si testa la resistenza della mascherina dopo un numero definito di colpi con uno scalpello. Le viti per questo fissaggio sono molto particolari e di fondamentale importanza: devono unire saldamente le due serrature senza fendersi. Pertanto, non possono essere sostituiti con altre viti. Vi sono ulteriori annessi per i sistemi di protezione come le coperture dei cilindri. Devono essere adattate in spessore alle sporgenze del cilindro, altrimenti, il cilindro sporgendo fornisce potenziali punti di attacco per gli scassinatori, anche se si tratta solo di pochi millimetri. Se la copertura è troppo lunga, potrebbe non essere possibile inserire la chiave.

L’ottica gioca un ruolo importante

Se le serrature vengono rifiutate per motivi estetici, vi è la possibilità di utilizzare gli scudi rettangolari, tondi o ovali per ricoprire il cilindro. Tuttavia, è possibile proteggere il cilindro solo con una copertura del cilindro progettata in modo da non poter essere estratta. Le rosette di protezione non sono conformi a norme e pertanto non classificate. Perciò, gli esperti raccomandano di non utilizzarle su porte e cancelli potenzialmente a rischio.

Inoltre, secondo la classe di resistenza RC-1 non è necessario proteggere il cilindro della serratura da una possibile estrazione. In alternativa si può prevenire una possibile estrazione tramite una serratura lunga più coperchio del cilindro, secondo SN EN 1906, classe da 2 a 4.

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ZFC

Veröffentlichung: 15. Februar 2018 / Ausgabe 7/2018

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