Tra Romoos e Palazzo federale


Un falegname nato per la politica: Ruedi Lustenberger. Immagine: Foto Mario Gaccioli


Un falegname nato per la politica: Ruedi Lustenberger. Immagine: Foto Mario Gaccioli
RETROSPETTIVA. Non c’è mai stato un falegname con la carica associativa più alta e contempora-neamente primo cittadino della Confederazione. Il presidente Ruedi Lustenberger racconta le sue esperienze ricche ed emozionanti.
Durante il mio anno presidenziale, tutte le volte che viaggiavo tra il villaggio lucernese di Romoos e Berna, sapevo che mi aspettava a Palazzo federale il mio grandioso ufficio privato, costruito in pregiato legno di noce, e un grande tavolo da riunione, dove non può mancare la bandiera di svizzera che mi ricorda ogni secondo per chi e per cosa necessita il lavoro politico.
Al piano inferiore c’è un locale particolare chiamato la «stanza di Brienz» completamente arredata in legno di rovere, ornata di intagli, figure e sculture. Costruita nel 1900 per l’esposizione mondiale di Parigi, è poi stata portata a Palazzo federale dove esprime la splendida professionalità artigianale svizzera. Infatti l’architetto Hans Wilhelm Auer ha voluto rappresentare fisicamente la Confederazione, facendo lavorare gli artigiani specialisti dei materiali provenienti da tutti i Cantoni.
Il seggio presidenziale al Consiglio Nazionale, posto davanti alla pittura di Charles Giron, appare come una poltrona nobiliare ed è la più alta della Camera. Ciò non vuol dire che sia comoda. Suppongo perfino che sia stata appositamente mal imbottita, per evitare che a qualcuno venga in mente di stare seduto per più di un anno. E quindi il 24 novembre 2014 ho lasciato il posto al nuovo presidente vallesano Stephane Rossini.
Vi chiederete cosa fa il Presidente del Nazionale oltre alle dodici settimane di sessione parlamentare. Per chi ama le persone e la pluralità svizzera non può annoiarsi e quasi giornalmente mi sono recato in una località diversa, un giro della Svizzera fatto di hotel, sale di riunioni e di festeggiamenti, tornando sempre alle mie radici nell’Entlebuch. Ciò mi ha aiutato a non perdere la coesione anche nell’anno presidenziale. Ho ricevuto molte visite di cortesia di ospiti stranieri e ho spiegato loro come funziona la democrazia diretta, cosa che ha suscitato non raro stupore – e che dentro di me ha rafforzato l’entusiasmo per il nostro sistema politico.
Mi hanno fatto visita circa venti delegazioni parlamentari e una buona dozzina di ambasciatori di differenti Stati. Con i miei collaboratori sono stato per una settimana in Danimarca e Norvegia dove abbiamo potuto dialogare con i rispettivi rappresentanti di governo. In autunno ho visitato i miei omologhi in Liechtenstein, in Austria e Germania.
Più volte mi sono chiesto cosa avrei potuto fare per le professioni, in particolare per i falegnami. Il Presidente è l’ambasciatore della confederazione per un intero anno ed è a contatto con moltissimi cittadini di tutte le classi sociali. Un compito che ho fatto volentieri, mostrando loro la mia esperienza di maestro falegname e d’imprenditore che ha formato una dozzina di apprendisti, e che l’economia svizzera si fonda sulle sue 300 000 piccole e medie imprese.
Notoriamente abbiamo a cuore il nostro sistema formativo duale e il perfezionamento professionale. Gli Swiss Skills si sono tenuti proprio in settembre a Berna, dove ho potuto affermarne il vantaggio e rallegrarmi del fatto che sarà il tema principale per il VSSM a partire dal prossimo anno. Con molta gratitudine desidero ringraziare entrambi i miei vicepresidenti Edgar Odermatt e Thomas Iten, il direttore Daniel Borner, i colleghi del Comitato centrale e della Conferenza dei presidenti, l’amministrazione e il personale della nostra associazione, augurando un felice anno e buona fortuna alla Confederazione, alla popolazione e a tutti gli associati.
Veröffentlichung: 08. Januar 2015 / Ausgabe 1-2/2015
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