Una fotografia dell’azienda

L’invito Stefano Chiesa è di presentare agli ispettori anche una lista indicizzata dei cantieri. Immagine: Vania Castelli

Commissione paritetica.  Il segretariato della Commissione paritetica cantonale (CPC) è interdisciplinare perché tocca 8 settori professionali dell’edilizia, tra cui i falegnami. Da un anno ha assunto il compito dei controlli aziendali.

Storicamente i controlli aziendali venivano svolti dalle sottocommissioni regionali che erano spesso composte solo da sindacalisti. Nel 2016, dopo molte insistenze, tutte le associazioni padronali hanno designato dei propri rappresentanti. Il sistema ha funzionato per più di una ventina d’anni innescando però ora non pochi nervosismi perché in certi casi, per buona fede o per conoscenze, le infrazioni non venivano inserite nei rapporti di controllo.

Il modello interdisciplinare di segretariato implementato in Ticino interessa alle commissioni paritetiche nazionali proprio per la possibilità di risparmiare risorse economiche ma soprattutto garantire un servizio professionale, serio e completo. Professionalizzazione in risposta alle richieste della Seco e del Cantone anche per quanto riguarda il personale che svolge i controlli aziendali. Ne parliamo con Stefano Chiesa, vicedirettore CPC Edilizia e rami affini.

Schreinerzeitung: Stefano Chiesa, quanti sono e cosa fanno i controllori aziendali?
Stefano Chiesa: Sono due e si occupano esclusivamente di svolgere i controlli nelle aziende attive in Ticino. In un anno abbiamo effettuato 440 controlli. Sono controlli approfonditi che possono durare dalle 2 alle 4 ore a dipendenza delle difficoltà riscontrate e della dimensione dell’azienda: nelle grosse ditte si fa una verifica a campione, se si riscontrano grosse problematiche si amplia il campione di controllo. È un sistema più agile, che ci permette di intervenire rapidamente contro la concorrenza sleale perché il controllo può essere organizzato in 2 a 3 settimane dalla segnalazione. È un continuo flusso di segnalazioni e controlli.
E chi risulta non essere in regola?
La commissione paritetica nazionale delle falegnamerie ha definito un calcolatore delle multe, lo scorso anno abbiamo ricevuto un audit dalla Seco che ci impone di utilizzare in modo molto più sistematico questo calcolatore che ha regole uguali da Chiasso a Basilea. E questo potrà portare dei vantaggi. Finora ci siamo basati su un sistema di calcolo delle multe interno al segretariato, con parametri nostri, che dovremo adattare non solo per le falegnamerie ma per tutti gli altri settori, e questo verrà fatto entro la fine dell’estate.
Quante le falegnamerie controllate?
Nel 2019 sono stati fatti 36 controlli, ci siamo imposti di raddoppiare questa cifra per la fine dell’anno. Seguiamo in modo scrupoloso le indicazioni della Seco, condivise dalle CP nazionali, per un controllo ogni 5 anni su tutte le ditte. Il nostro obiettivo, abbastanza realistico, è di fare i controlli ogni 3 anni. Abbiamo constatato un’alta percentuale di ditte che non venivano controllare da oltre 10 anni, evidentemente non è più tollerabile. E proprio da queste abbiamo iniziato, per recuperare il tempo perso.
Dai controlli è emerso un problema che si ripresenta sistematicamente?
Una problematica condivisa con altri settori riguarda l’aspetto delle indennità di trasferta e pasto. Per noi è fondamentale poter calcolare se il cantiere è più o meno distante 10 minuti di auto dalla sede. Non potendo in molti casi conoscere nemmeno il paese dove si è svolta la prestazione, abbiamo spesso difficoltà a verificare questo aspetto, che può fare la differenza per l’acquisizione di determinati lavori. E anche su questo si gioca il dumping e la concorrenza sleale.
Importante quindi che le aziende forniscano una documentazione esauriente?
È assolutamente necessario poter disporre di tutte le informazioni, compresa una lista indicizzata dei cantieri. L’invito è di mettere a disposizione dei nostri ispettori tutti i documenti in modo che poi si possa ricostruire dove era il cantiere. E quindi l’eventuale indennità dovuta.
Come vengono accolti i controllori nelle aziende?
Chi fa il controllo deve semplicemente fare una fotografia della situazione, non prende più decisioni in merito all’inserimento o meno di una possibile infrazione. Non bisogna quindi sentirsi attaccati se un controllore riprende quella che è la realtà dell’azienda perché spetta solo all’istanza tecnica e paritetica, pronunciarsi sulle infrazioni che meritano una sanzione.

ca

Veröffentlichung: 11. Juli 2019 / Ausgabe 28-29/2019

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