Una poltroncina a tensegrità

La poltroncina Seat-Machine combina i principi della tense-grità con l'estetica di un arredo. Immagine: Roberto Pellegrini (BBB)

Design innovativo.  Nel mondo del design contemporaneo, l'innovazione si traduce spesso in oggetti che uniscono estetica, artigianalità e tecnologia. È con questa visione che il marchio BBB presenta la sua nuova creazione: la poltroncina a tensegrità Seat-Machine.

Seat-Machine è un esempio di design innovativo che combina i principi della tensegrità con l’estetica di un arredo come una poltroncina. Attraverso un’intelligente fusione di materiali, artigianalità, tecniche innovative e linee minimaliste, il marchio BBB (Bias Ateliers BlueOffice Bellinzona) crea territori di sperimentazione: il pensiero genera l’idea e la mano la materializza. Seat-Machine è una seduta che sfida le convenzioni e apre nuove prospettive per gli ambienti residenziali e professionali.

Cos’è la tensegrità

È un concetto di ingegneria e design strutturale che si basa su un sistema di elementi rigidi e flessibili, in cui le parti rigide (come barre o tubi) sono sospese e mantenute in compressione da elementi elastici o tendoni. Questa configurazione garantisce stabilità e leggerezza, creando strutture che sembrano fluttuare o essere sospese nello spazio. Una poltroncina progettata secondo i principi della tensegrità sfrutta questa idea di equilibrio tra tensione e compressione.

«Galleggiare» nello spazio

La poltroncina Seat-Machine è il risultato di un incontro tra invenzione, ingegneria, tecnologia ed artigianalità. Se il dispositivo statico è di per sé una piccola prodezza, i materiali raccontano i percorsi e le interazioni delle forze in gioco. Affinando gli incroci tra la trazione e la compressione, si crea un equilibrio che permette alla seduta, allo schienale ed ai braccioli di «galleggiare» nello spazio, definendo una sorta di «campo gravitazionale» sul quale sedersi, appoggiarsi, rilassarsi. Così come le forze si contrappongono, i materiali e le forme dialogano tra loro. Freddo e caldo, rigido ed elastico, sfaccettato e arrotondato, resiliente e fragile, massiccio ed esile.

L’oggetto si espande e diventa il territorio di un gioco tra discipline diverse che, attraverso il dialogo, danno vita ad una sedia contemporanea.

Stabilità e flessibilità

Composta da tre unità pre-tensionate di aste incrociate mantenute da cinghie periferiche, la struttura statica di Seat-Machine raggiunge un equilibrio tra la rigidità interna di ciascuna unità e la flessibilità complessiva adattabile alle esigenze individuali. La seduta, sospesa alle cinghie verticali, contribuisce all’irrigidimento globale del sistema, una volta applicato il peso della persona. L’equilibrio delle forze è raggiunto attraverso i giunti di collegamento che permettono le regolazioni nella pre-tensione delle unità e i movimenti relativi all’interno della struttura. L’analisi computazionale ha facilitato il dimensionamento statico, ottimizzando la forma e valutando il comportamento del sistema.

Approccio interdisciplinare

Il design visivamente impressionante evidenzia i principi della tensegrità, di equilibrio e tensione. Pensiero e tecnica si stimolano reciprocamente, fondendo e miscelando un nuovo paradigma per una seduta realizzata con materiali quali faggio, plywood, betulla, inox, alluminio, dynema/nylon, cuoio. E progettata attraverso un approccio di lavoro interdisciplinare che ha coinvolto l’architetto bellinzonese Filippo Broggini per il concetto, Michele Biaggi della Bias Ateliers BlueOffice Bellinzona (BBB) per il design e la ricerca, gli ingegneri Landolf Rhode Barbarigos di Miami per il dimensionamento statico della struttura, Luca Diviani e Simone Salamina della Supsi di Lugano (Dipartimento tecnologie innovative) per il dimensionamento dei giunti di collegamento e Bernard Adam della Ingphi di Losanna per il dimensionamento sandwich della seduta.

Vania Castelli

Veröffentlichung: 14. August 2025 / Ausgabe 33/2025

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