Annusare l’essenza di trucioli in una bottega da falegname è sempre una sensazione unica, come quella provata nel varcare la soglia della fabbrica di Caslano, dove la Falegnameria Gehringer ha traslocato lo scorso marzo. È una realtà giovane, dieci dipendenti, tra cui tre apprendisti, con un’età media che supera di poco i 35 anni, e un’identità d’impresa che affonda le radici nell’esperienza centenaria di un’affermata falegnameria del Malcantone.
Roberto Gehringer ha infatti ritirato l’azienda di Eugenio Rusca di Pura, dove ha lavorato a stretto contatto con il titolare per apprendere tutti gli elementi del fare impresa. E il fare per Roberto e il suo team è solo una parte, per renderlo efficace credono fermamente nei percorsi di formazione continua, in macchinari di nuova generazione e in una consulenza a misura di cliente. In questa intervista a più voci – con Roberto ci sono la sorella Barbara, a cui è affidata l’amministrazione, Francesco Riva, responsabile dell’ufficio tecnico e della produzione, e gli onnipresenti quattro zampe Mec, Gin e Irwin – la Gehringer si racconta.
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Schreinerzeitung: La massima attenzione al dettaglio è un’attitudine che ribadisce come la Gehringer sia diventata un vero e proprio punto di riferimento sul territorio malcantonese ...
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Roberto Gehringer: Puntiamo infatti su una produzione propria che duri nel tempo, con certificazione garantita, materiali di qualità il più possibile locali, cerchiamo insomma di ridurre al minimo i prodotti finiti. Diamo inoltre molta importanza alla consulenza e soprattutto al servizio: il prima, il durante e il dopo vendita; un servizio che il mondo di internet non può dare. Trovarsi faccia a faccia con il cliente continua ad essere un valore aggiunto: se ti sono simpatico, se riconosci le mie abilità di artigiano hai già fatto la tua scelta. È questo valore aggiunto che ci differenzia da chi oggi posa finestre e ieri vendeva scarpe. Il nostro è ancora un mestiere che richiede il coraggio di realizzare un arredamento su misura partendo da un foglio bianco. E se il cliente ne rimane soddisfatto, perché è come se lo era immaginato, allora abbiamo lavorato bene.
- La fidelizzazione del cliente è un elemento fondamentale per un’azienda, i video de «Ul legnamee dal Malcanton» sono un modo per coltivare le relazioni?
- I video sono una cosa in più che danno l’impressione di conoscermi e per me significa che ti senti già più vicino a noi. Tutto è iniziato per gioco con un amico regista, e poi le visualizzazioni sono aumentate. Sono dei tutorial divertenti e semplici, niente marketing, niente pubblicità. È quello che abbiamo fatto anche con la nostra automobile che abbiamo ricoperto con una pellicola in legno ... attira l’attenzione ed è una forma di promozione simpatica.
- Il mercato ha difficoltà nell’approvvigionarsi di materiali con costi al rialzo, che effetto ha sulla vostra azienda?
- La nuova fabbrica e l’ampio magazzino ci hanno permesso finora di soddisfare la clientela, anche nei tempi convenuti. Siamo degli artigiani, costruiamo a partire dalla materia prima ed è questo che ci distingue da chi fa solo industria e ci permette di lavorare con una certa autonomia. La difficoltà vera risale agli ultimi 20 anni, in cui il settore delle falegnamerie ha perso un 20 % di margine perché gli spazi di manovra si sono ridotti ma anche perché il mercato non riconosce il valore aggiunto di un’azienda seria che sostiene dei costi per innovare in infrastrutture e conoscenze.
- Ci sono dei progetti che vi stanno a cuore?
- Ci sono stati e ci saranno. Il più recente è la nuova banca Raiffeisen di Caslano, un progetto molto importante per dimensione e complessità dell’opera. Ci ha impegnato per due anni, con grande soddisfazione di tutti, cliente e noi. Ce ne sono stati anche altri perché è raro che ripetiamo la stessa cosa. Ci mettiamo sempre passione e cuore in tutte le nostre realizzazioni.
- Su quali altri atout può contare la Gehringer?
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Barbara Gehringer: Abbiamo la fortuna del bilinguismo, un fattore molto importante in una regione come il Malcantone prescelta quale meta non solo di turismo da molti svizzerotedeschi, non per nulla i nostri documenti sono in entrambe le lingue. Se il nostro cognome è già un vantaggio, il fatto di conoscere bene il tedesco è una marcia in più nel mondo del lavoro, soprattutto in Svizzera dove è fondamentale per i contatti con i fornitori e con chi opera nel settore delle falegnamerie.
- Che importanza ha la formazione nel riesaminare e migliorare la cultura aziendale?
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Francesco Riva: Se resti fermo su processi, metodi di produzione, macchinari, non ce la puoi fare. Oggi più di ieri occorre investire soprattutto se ti dedichi alla produzione, devi insomma essere sul pezzo. E investire significa anche formare i falegnami di domani, anche se trovare giovani con la passione per il mestiere è sempre più complicato. Da noi sono passati una quindicina di apprendisti, uno solo è rimasto. E non è incoraggiante, per questa ragione è importante che ci sia un’accurata attenzione alla selezione anche da parte dell’orientamento professionale. Il nostro è un grido d’allarme perché il settore ha bisogno di un cambio di manodopera e ha bisogno che sia sempre più qualificata. I falegnami hanno la fortuna di poter contare su una Scuola superiore come quella del Bürgenstock che apre le porte anche a chi non sa bene il tedesco. La collaborazione con l’Accademia del falegname e l’introduzione della figura del coach hanno permesso a me come ad altri nostri colleghi di arrivare a un diploma superiore con ottimi risultati. È stata un’esperienza unica e una scelta vincente perché essere costantemente aggiornati è fondamentale per il successo di un’azienda.
www.ecolegno.chVania Castelli
Veröffentlichung: 27. Januar 2022 / Ausgabe 4/2022